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LDE ITAL1651


Trattato della Pittura di Lionardo da Vinci
1651
Giacomo Langlois, Paris


Chapter

LDE T0213   CID121  Della mistione de' colori l'un con l'altro. CAPITOLO CXXI

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Ancora che la mistione de' colori l'un con l'altro si stenda verso l'infinito, non resterò per questo che io non ne facci un poco di discorso. Ponendo prima alquanti colori semplici, con ciascun di quelli mescolerò ciascuno de gl' altri a uno a uno, epoi a due a due, & a tre a tre, e così seguitando, per fino all'intero numero di tutti li colori: poi ricomincierò a mescolare li colori a due con due, & a tre con tre, e poi a quattro, così seguitando sino alfine, sopra essi due colori semplici sene metterà tre, e con essi tre accompagnerò altri tre, e poi sei, e poi seguiterò tal mistione in tutte le proportioni. Colori semplici domando quelli che non sono composti, ne si possono comporre per via di mistione d'altri colori, nero, bianco: benche questi non sono messi frà colori, perché l'uno è tenebre, l'altro è luce, cioè l'uno è privatione el'altro è generativo: mà io non li voglio per questo lasciare in dietro, perché in pittura sono li principali, conciosiache la pittura sia composta d'ombre e di lumi, cioè di chiaro e oscuro. Doppo il nero e il bianco seguita l'azzurro, e giallo, poi il verde e lionato, cioè tanè, o vuoi dire ocria; di poi il morello, cioè paonazzo, & il rosso: e questi sono otto colori, e più non è in natura, de' quali io cominciò la mistione. E sia primo nero e bianco, dipoi nero giallo, e nero e rosso, di poi giallo e nero, e giallo e rosso: e perché quì mi manca carta, dice l'autore, lascierò à far tal distintione nella mia opera con lungo processo, il quale sarà di grand' utilità, anzi necessa riissimo: e questa tal descrittione s'intrametterà infra la theorica e la pratica.