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LDE ITAL1651


Trattato della Pittura di Lionardo da Vinci
1651
Giacomo Langlois, Paris


Chapter

LDE T0235   CID143  De' colori delle cose remote dall'occhio. CAPITOLO CXLIII

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L'aria tinge più l'obbietti, ch'ella separa dall'occhio, del suo colore quanto ella sarà di maggior grossezza. Adunque havendo l'aria diviso un obbietto oscuro con grossezza di due miglia, ella lo tinge più, che quella che hà grossezza d'un miglio. Risponde quì l'avversario, e dice che li paesi hanno gl' alberi d'una medesima spetie più oscuri da lontano che d'appresso, la qual cosa non è vera, se le piante sarannò eguali, e divise da eguali spatii: mà sarà ben vera se li primi alberi saranno rari, e vedrassi la chiarezza delli prati che li dividono, e l'ultimi saranno spessi; come accade nelle rive e vicinità de' fiumi, che all' hora non si vede spatio di chiare praterie, mà tutti insieme congiunti, facendo ombra l'un sopra l'altro. Ancora accade che molto maggiore è la parte ombrosa delle piante, che la luminosa, e per le spetie che manda di se essa pianta all' occhio, si mostrano in lungha distanza, & il colore oscuro che si trova in maggior quantità più mantiene le sue spetie che la parte men' oscura: e così esso misto porta con seco la parte più potente in più lunga distanza.